venerdì 12 agosto 2011

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Fu una strana cena quella. Con la certezza che avrebbero trascorso una notte insieme, con l'imbarazzo di dover intrattenere un discorso articolato con qualcuno con cui fino a poche ore prima si era finiti assolutamente in altre conversazioni. Con l'atmosfera sospesa di due vite totalmente da svelare e di molti nodi da sciogliere. Con due paia di occhi che quando si incrociavano sentivano l'energia scorrere.



L'atmosfera sospesa, rarefatta di un discorso pieno di omissioni. Santo e Leila camminarono fino al bilocale di lui. La luna splendeva nel cielo come una tazza di latte.



Leila si sentiva leggera e forte della sua decisione.

Santo indeciso se preoccuparsi per questa sconosciuta che richiedeva troppo impegno fin dall'inizio o se abbandonarsi a quel brivido che gli arrivava diretto quando sentiva il profumo dei suoi capelli.



Non amava dormire con una donna. Santo sentiva un disperato bisogno dei suoi spazi. Tutte le donne che aveva avuto le aveva riaccompagnate a casa, dopo, con pazienza e falsa galanteria, per convenienza. La sua fatica più grossa era quella di trovare uno spazio sufficiente per far entrare davvero qualcuna. Per non parlare di lasciarla restare. Ma ora a tutto questo non pensava. Eraal fiancodi una donna che sentiva speciale. Che odorava di legno di cedro.



Tanto bastava. Tanto può bastare per mettere a tacere i pensieri di sempre. La voce che  dice cosa  è sbagliato. Spingendo ad ascoltare non il sentire quanto il pensare.

Ma pensieri, emozioni e sensazioni nascono nella stessa carne. La nostra.

                                                                                                                     

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